Recupero Funzionale delle Tendinopatie: caviglia e piede

Recupero Funzionale delle Tendinopatie: caviglia e piede

Il recupero funzionale e l'importanza dell'esercizio eccentrico

La Rieducazione

Con riabilitazione si intende “il riportare ad essere abili di nuovo”. Essa è un processo che porta a recuperare quello che è stato perso attraverso uno qualsiasi dei procedimenti svolti, si intende una riabilitazione volta al recupero sul piano Fisico, Psicofisico, Sociale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce come riabilitazione l’uso di tutti i mezzi volti alla riduzione dell’impatto della disabilità e della restrizione nella partecipazione e volti a permettere a persone con disabilità di ottenere una integrazione sociale ottimale (OMS). L’accesso alla riabilitazione è un diritto fondamentale dell’uomo (ONU 1993, EU 2003, OMS 2005).

Il tecnico esperto in recupero funzionale, deve prendersi cura della persona come unità BIO-PSICO-SOCIALE, non sottovalutando i momenti fondamentali dell’ intervento riabilitativo. La precocità, la continuità, la globalità, sono momenti di significativa rilevanza nella fase acuta, riabilitativa Ospedaliera ambulatoria e nel reinserimento sociale; tali fasi sono strettamente connesse tra di loro.

Tendini

I Tendini sono delle strutture fibrose di collegamento tra i muscoli e altre strutture di inserzione, che permettono al muscolo di generare movimento da parte del muscolo sull’ osso. La gran parte della sostanza è costituita da fibre collagene (95%), poche fibre elastiche (2%), cellule e matrice extracellulare ricca di proteoglicani. Differenziano tra di loro per forma, vascolarizzazione, lunghezza e struttura, hanno un elevata resistenza, ma minima elasticità. Il tendine è un elemento dinamico che sta in equilibrio tra gli stati di degradazione e gli stati di formazione di nuove entità cellulari (2-6).

Tendinopatie

La tendinopatia è un termine descrittivo clinico, che ha una classificazione:

Classificazione Anatomica 

INSERZIONALE

DEL CORPO TENDINEO

DELLA GIUNZIONE MIO TENDINEA

ROTTURA TENDINEA


Classificazione Istologica

TENDINITE ACUTA

TENDINOSI

PERITENDINITE

PERITENDINITE + TENDINOSI

TENOSINOVITE


Classificazione Clinica

I° STADIO

DOLORE DOPOL’ALLENAMENTO

II°STADIO

DOLORE ALL’INIZIO CHE SCOMPARE CON L’ATTIVITA’

III°STADIO

DOLORE DURANTE E DOPO L’ATTIVITA’

IV° STADIO

ROTTURA DEL TENDINE

 

IV GRADI DI TENDINOPATIE

0

TENDINE NORMALE

1

LESIONE DI MENO DEL 50% DELLA FIBRA

2

LESIONE DI PIU’ DELLA META’ DELLE FIBRE

3

ROTTURA CON RETRAZIONE DISTALE DEL MUSCOLO

 

Accenni di anatomia e biomeccanica della caviglia e del piede 

Per capire al meglio come intervenire con esercizi volti ad un corretto recupero funzionale della caviglia e del piede, bisogna non tralasciare la conoscenza della struttura osteo-muscolo-legamentosa della gamba, in quanto i muscoli biarticolari che originano dalla tibia e dal perone si inseriscono sulle componenti ossee che caratterizzano e formano il piede.

Il piede è interessato da trentadue muscoli e tendini, 

Possiamo suddividere i muscoli della gamba in tre gruppi:

Il gruppo dei muscoli anteriori della gamba si trova in una loggia delimitata dalla membrana interossea e dai margini anteriori della tibia e della fibula; sono innervati dal peroniero profondo e sono:

Fanno invece parte del gruppo laterale

Il mm. Peroniero anteriore è innervato dal N. peroniero profondo a differenza del mm. Breve e lungo che sono innervati dal N. peroniero superficiale. 

I muscoli del gruppo posteriore sono innervati dal nervo tibiale e si dispongono su due strati

1) strato superficiale: 

2) strato profondo:

IL tricipite della sura è l’ unione del gemello laterale, mediale e del soleo che unendosi formano il tendine calcaneale ( tendine di achille), che si inserisce sul terzo medio della faccia posteriore del calcagno, questo gruppo muscolare contraendosi, flette plantarmente il piede e lo ruota all’interno; concorre, con il gastrocnemio, alla flessione della gamba sulla coscia. 

Invece Il mm. Plantare che fa sempre parte dello strato superficiale termina sulla Faccia mediale del calcagno e svolge un’azione simile a quella del tricipite della sura, anche se meno potente (1-6)

Articolazioni e Legamenti

Le articolazioni in questione svolgono una funzione stabilizzatrice impedendo l’alterazione delle strutture le quali sono collegati a partire dalle forze esterne. I legamenti sono robuste strutture fibrose che collegano tra loro due ossa o due parti dello stesso osso. Il loro contenuto di collagene (prevalentemente di tipo I) ed elastina, varia influenzandone la capacità di resistere alla tensioneEssi si comportano plasticamente se sottoposti a tensione prolungata o in caso di trauma, non essendo più in grado di recuperare la loro forma originaria. La disposizione dei legamenti è tale da permettere un loro intervento attivo solo nei gradi estremi del movimento, quando è in pericolo l’integrità dell’articolazione (1-6). Nel piede, quindi, le strutture legamentose svolgono una funzione di stabilizzazione e di mantenimento della volta plantare. Poiché la struttura ossea del piede è particolarmente ricca di segmenti, il numero di legamenti che li connettono è elevato, più di 65. Le strutture legamentose di maggiore importanza che rinforzano l’articolazione tibio-tarsica sono disposte medialmente e lateralmente: 

Il legamento deltoideo

Origina dal malleolo mediale terminando con una larga base sull’astragalo, sul calcagno e sullo scafoide, suddividendosi in 4 legamenti ( Fig. 3): 

Il legamento Laterale

E’ formato da 3 legamenti, completamenti distinti, che dal malleolo fibulare (laterale) si dirigono verso il tarso (Fig. 4): 

La complessità di questo sistema Osteo-muscolo-legamentoso fa capire come una corretta valutazione funzionale risulti essere un elemento chiave per un corretto recupero funzionale dei dipartimenti strutturali. Queste informazioni anatomo funzionali riportate nel seguente articolo sono solo alcune delle innumerevoli strutture da elencare, a partire dalle singole ossa e articolazioni che caratterizzano il piede.

Fattori di lesioni tendinee caviglia e piede

Le lesioni tendinee hanno un correlato sintomatologico e correlato anatomo patologico, i fattori di lesione tendinee sono l’ambiente, la predisposizione individuale, il non corretto allenamento che può essere caratterizzato dall’ imprecisa tecnica di esecuzione degli esercizi, sovraccarico elevato, etc. oppure da fattori determinanti come i microtraumi ripetuti o le ipersollecitazioni funzionali.

Nella caviglia e nel piede i tendini coinvolti sono il:

Il recupero funzionale e l'importanza dell'esercizio eccentrico, Protocollo Alfredson

I principi generali del recupero funzionale hanno come tematica centrale , il controllo del dolore, poi il recupero della mobilità e poi il recupero di forza. L’attivazione muscolare permessa dalla contrazione di tipo eccentrico a partire dal muscolo produce forza allungandosi, contrariamente al lavoro di tipo concentrico dove il ventre muscolare si accorcia.

 E’ proprio durante la contrazione eccentrica che il muscolo viene allungato, risultando maggiore la forza generata dagli elementi passivi fasciali del muscolo sottoposto ad “overstretching”.

I muscoli pluriarticolarì sono sottoposti maggiormente ad eventi traumatici, perché attraverso una contrazione eccentrica i muscoli in questione devono tener conto di due articolazioni, inoltre, le fibre muscolari a contrazione rapida rispetto alle fibre muscolari a contrazione lenta, risultano essere più esposte ad eventi traumatici (2-4-5).

Dato che il danno strutturale può essere caratterizzato da contrazioni eccentriche, coinvolgere i compartimenti muscolari pluriarticolari attraverso contrazioni eccentriche garantirebbe un condizionamento al fine di una prevenzione e non ricaduta, motivo per cui risulta essere una fase fondamentale per un corretto recupero funzionale nel trattamento conservativo delle tendinopatie.

Il protocollo Alfredson è un protocollo per il tendine di achille, che va usato lungo il tempo nelle giuste dosi

 

12 settimane

3 SERIE X 15 RIPETIZIONI

2 VOLTE AL GIORNO


A

POSIZIONE IN PUNTA DI PIEDI CON IL PESO DEL CORPO SULL’ AVAMPIEDE E FLESSIONE PLANTARE

B

ALLUNGAMENTO DEI MM.POSTERIORI DELLA GAMBA PER ABBASSAMENTO DEL TALLONE

C

GINOCCHIO ESTESO

 

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