I limiti dell’alimentazione moderna: su quali punti intervenire?
I difetti dell'alimentazione moderna
L’idea che i cambiamenti del nostro stile di vita siano avvenuti troppo in fretta rispetto alla capacità del nostro DNA di adattarsi è, molto probabilmente, la base biologica delle malattie che da qualche tempo ci affliggono. Il nostro corpo è sempre pronto ad accumulare facilmente grasso: questo meccanismo un tempo ci aiutava nel superare i periodi di carestia, ma oggi è deleterio. Carboidrati raffinati, oli vegetali, grassi idrogenati e alcol sono categorie di alimenti sconosciute ai nostri antenati e che oggi rappresentano una profonda mutazione rispetto ai cibi per cui siamo geneticamente programmati.
I difetti dell'alimentazione moderna
Riassumiamo in alcuni punti quali sono i maggiori difetti dell’alimentazione moderna:
- Eccesso di zuccheri. Nell’alimentazione industriale lo zucchero è presente ovunque ed è causa di iperinsulinemia, obesità, diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, dislipidemie, PCOS, acne e alcune forme tumorali (colon, seno, prostata).
- Eccesso di grassi dannosi (quelli saturi animali, contenuti in carne, latte, uova) e riduzione di quelli sani (omega-3 ed omega-6, contenuti in pesce, frutta secca, semi oleosi).
- Errata distribuzione dei macronutrienti: ridotta assunzione di verdure, legumi e proteine a discapito dei carboidrati.
- Scarso contenuto di micronutrienti. La raffinazione industriale ha impoverito gli alimenti di vitamine ed oligoelementi: questo fenomeno incide negativamente sul nostro metabolismo e sulla funzionalità enzimatica.
- Scarso contenuto in fibra, con peggioramento della funzionalità gastrointestinale e dell’effetto ‘tampone’ sull’assorbimento di zuccheri e grassi. Questo spiega l’enorme incidenza attuale di stipsi e di altre patologie funzionali del tratto gastrointestinale.
- Errato equilibrio sodio-potassio. La dieta occidentale ha un contenuto di sodio molto più elevato di quello di potassio a causa dell’abuso di cibi industriali ricchi di sale (patatine, crackers, snack salati) e di carboidrati raffinati impoveriti di oligoelementi. Questa inversione dell’equilibrio sodio-potassio è correlata ad ipertensione, calcolosi renale, osteoporosi, asma, insonnia.
Conclusioni
Purtroppo, non siamo in grado di intervenire sul nostro genoma, ma possiamo certamente cambiare le nostre abitudini alimentari. E allora iniziamo ad eliminare dalle nostre tavole zucchero, dolci e dolcificanti, e riduciamo i carboidrati raffinati (pasta, riso, pane) preferendoli nella versione integrale. Riduciamo il consumo di alcol e di grassi saturi (burro, carni grasse, insaccati) a favore dei grassi mono e poli-insaturi (noci, semi, olio d’oliva, pesce). Minimizziamo il consumo di quei cibi acidificanti (latte e derivati, sale, formaggi) a favore di quelli alcalinizzanti (legumi, verdura, frutta, noci, semi). Infine, sostituiamo il sale con le spezie per insaporire i nostri piatti, e preferiamo le proteine nobili contenute nel pesce, nelle uova e nelle carni bianche.
Dott.essa Roberta Zupo, Biologa Nutrizionista