Tendenza verso l’allenamento funzionale
Le attività in palestra sono sempre più funzionali...
Esiste una tendenza ormai consolidata che oggi spinge le attività in palestra verso il lavoro “funzionale”, termine abusato e utilizzato spesso a proposito.
Già, ma cosa si intende esattamente con il termine “funzionale”?
La definizione della parola “funzione” nel contesto di un allenamento equivale a “movimento integrato che comprende accelerazioni, decelerazioni e stabilizzazioni, eseguito su più piani e posizioni e a diversi livelli di velocità”.
Per troppo tempo sono stati utilizzati programmi di allenamento che prendono in considerazione il lavoro svolto su un piano di movimento (sagittale) e per troppo tempo le persone sono state spinte a utilizzare macchinari che isolano un gruppo muscolare dal resto del corpo. Di solito le macchine non prendono in considerazione l‘anatomia funzionale, la biomeccanica funzionale e le azioni a cui deve far fronte il corpo nella quotidianità.
Le macchine continuano a offrire stabilità e solide basi per eseguire il movimento, ma hanno lo svantaggio di aumentare le differenze tra i gruppi muscolari, peggiorando la funzionalità globale del corpo e aumentando considerevolmente il rischio di infortuni all’apparato osteo-articolare.
Il problema, però, non riguarda solo i macchinari, ma anche gli esercizi
Nei centri fitness spesso si praticano esercizi quasi “impossibili”, oltre ad altri in voga molti anni fa che sono stati “riabilitati” nel corso del tempo inserendoli a forza in un allenamento che di “funzionale” ha davvero poco, parlo delle torsioni laterali con bilanciere sulle spalle ( eseguite da sedute o in posizione eretta), delle inclinazioni laterali e degli immancabili e intramontabili crunch, realizzati nei modi più disperati.
Quello che è fondamentale comprendere sono i principi che stanno dietro il lavoro funzionale.
Quello che intendo dire è che non tutto è “ funzionale” e non tutto va bene per tutto.
L’allenamento dovrebbe essere sempre efficace e bisognerebbe in primis pensare alla condizione dell’intera struttura, alla base su cui si vuole costruire. Quando si progetta una casa, l’architetto che la disegna e i muratori che la costituiscono partono dalle fondamenta, non ho mai visto nessuno cominciare dalle pareti o dal tetto. La stessa cosa dovrebbe avvenire quando si prepara un allenamento: noi operatori dovremmo assicurarci di come siano le “ fondamenta” del cliente che abbiamo di fronte; una base solida e forte ci permetterà in poco tempo di fare raggiungere al nostro allievo risultati impressionanti.
Ho allenato molte persone venute da me con grosse problematiche al sistema osteo-articolare (protrusioni ed ernie discali, legamenti lesionati, problemi alle caviglie e alle ginocchia) e posso assicurarvi che lavorando sulla muscolatura, dopo averne identificato le disfunzioni, siamo riusciti insieme a risolvere “ fastidi” a cui erano oramai rassegnati; questo ha permesso in un secondo momento di spostare l’attenzione su altri obiettivi (aumento di massa muscolare, resistenza, definizione) con risultati più che soddisfacenti.