La storia di Joseph Pilates

La storia di Joseph Pilates

Un approccio globale di vita

"La cosa importante non è ciò che stai facendo, ma come stai eseguendo ciò che fai." Joseph H. Pilates

La storia di Joseph Pilates

Joseph Pilates nacque nel 1883 a Mönchengladbach, un paesino tedesco nei pressi di Düsseldorf. Di struttura fisica gracile, si dedicò duramente alla ginnastica tanto che a 14 anni fu chiamato a posare per la realizzazione di carte anatomiche del corpo umano. Per tutta l’adolescenza si dedicò con grande impegno allo studio dell’anatomia e dello sviluppo muscolare e alla pratica di molte discipline sportive. Nel 1912 Pilates si trasferì in Inghilterra, dove diventò istruttore di autodifesa nella scuola di polizia locale. Qui coltivò l’interesse per la boxe e per l’acrobatica, che sperimentò in un circo. Allo scoppio della Prima guerra mondiale, Pilates fu internato per un anno a Lancaster insieme ad altri connazionali, e in questo periodo organizzò l’allenamento per sé e i suoi compagni di prigionia, raffinando le sue intuizioni sulla salute e sulla ginnastica. Nel 1918 un’influenza epidemica uccise migliaia di inglesi, ma nessuno di coloro che si erano sottoposti al suo allenamento contrasse la malattia. In seguito, Pilates venne trasferito sull’isola di Man, dove si trovò di fronte a soldati reduci dalle battaglie, menomati dalle ferite, allettati dalle malattie e immobilizzati da tempo. Decise allora di costruire dei macchinari che potessero servire a riabilitarli utilizzando le molle dei letti di ospedale. Tornato in Germania, lavorò ad Amburgo come allenatore delle reclute e del corpo di polizia. In quegli anni conobbe Rudolph von Laban, ideatore della Labanotation (una delle forme di registrazione scritta di balletto più rinomate nel mondo), il quale incorporò parte del lavoro di Pilates nell’impostazione del proprio insegnamento. Nel 1926, rifiutato un lavoro come istruttore per l’esercito tedesco, Pilates partì per gli Stati Uniti; a New York aprì uno studio e cominciò a codificare la sua tecnica, la prima parte della qua- le si concentrava sul Matwork, una serie di esercizi eseguiti a corpo libero su un materassino. Pilates raccolse questa parte del suo lavoro nel primo libro dedicato specificamente al metodo, Return to Life Through Contrology (Ritorno alla vita attraverso la Contrology), pubblicato nel 1945. Questo testo era stato preceduto da un altro, Your Health, in cui Pilates intendeva dare a tutti, in modo semplice e diretto, la possibilità di essere in forma per affrontare la vita quotidiana. Pilates morì nel 1967 senza designare “eredi” ufficiali. La sua opera fu continuata dalla moglie Clara e successivamente dai primi allievi diretti del maestro (detti The Elders), che iniziarono a diffondere la tecnica con il nome dell’ideatore: tra questi ricordiamo Carola Trier, Romana Kryzanowska, Ron Fletcher (che, nel suo studio di Los Angeles, diffuse il Pilates tra le celebrità di Hollywood), Eve Gentry, Robert Fitzgerald, Bruce King, Mary Bowen, Kathy Grant e Lolita San Miguel (le ultime due furono le sole a ottenere da Pilates stesso l’autorizzazione a insegnare la sua tecnica). Alcuni allievi degli Elders hanno poi con- tribuito a loro volta a diffondere il metodo Pilates anche fuori dagli Stati Uniti. Col tempo si sono così sviluppate numerose scuole che hanno contribuito all’evoluzione del metodo, prendendo anche strade diverse.

Contrology, ovvero il corpo in equilibrio

Joseph Pilates diede il nome di Contrology al suo metodo, che successivamente si diffuse invece con il nome del fondatore. Contrology è il risultato di anni di esperimenti condotti da Pilates su se stesso e sui suoi allievi e rappresenta, come lui stesso afferma nel suo testo Ritorno alla vita attraverso il Contrology, «un sistema completo di cultura fisica presentato nella forma di un’arte e una scienza nuove che, se adottato universalmente e insegnato in tutti gli istituti educativi, non solo tenderà in gran parte a eliminare l’inutile sofferenza umana, ma tenderà a ridurre la necessità di più ospedali, sanatori, case per disabili, ospizi, riformatori e prigioni».

Fluidità, flessibilità e controllo consapevole

Pilates mirava a raggiungere la completa coordinazione tra mente e corpo, cioè un controllo conscio di tutti i movimenti muscolari del nostro corpo in azione, a riposo e nel sonno. Egli dava molta importanza alla respirazione, che riteneva dovesse essere insegnata ai bambini fin dalla tenera età, attraverso l’esempio: espandere il petto al massimo con lunghi e profondi respiri e spremere completamente i polmoni espirando per eliminare fino all’ultimo atomo di aria impura. In questo modo si ottiene allo stesso tempo un grande lavoro muscolare. L’osservazione dei bambini e del comportamento degli animali, in particolare dei gatti, fu al centro del suo lavoro. Riteneva che i gatti, come altri animali, acquisissero un’andatura fluida poiché sempre in movimento, stirandosi, allungandosi, rilassandosi, arrampicandosi. Lo stesso vale per i bambini che devono essere lasciati liberi di esplorare i propri movimenti per tentativi, con abiti comodi, ridotti all’essenziale. Solo così, guidati dalla natura, possono fortificarsi senza bisogno di stimoli da parte dei genitori che, in molti casi, spingono invece i figli a compiere movimenti prematuri. Per Pilates la vera flessibilità si ottiene quando tutti i muscoli sono sviluppati in modo uniforme, quando i muscoli minori contribuiscono a tonificare quelli principali. Il fisico diventa così tonico e agile come quello di un gatto e non muscoloso come quello di un cavallo da tiro. I diversi rolling (“rotolamenti”) presenti nel Matwork hanno lo scopo di riportare la colonna vertebrale alla sua posizione originale, aumentandone la flessibilità. Gli esercizi non devono però essere ripetuti più di quanto è richiesto, perché l’affaticamento muscolare non è necessario. Si deve invece iniziare dagli esercizi base e procedere solo quando questi vengono appresi nella loro corretta esecuzione e fatti propri al punto da diventare quasi una reazione inconscia. Ciò si rifletterà in forma di grazia ed equilibrio in tutte le attività quotidiane. In soli 3 mesi, ripe- tendo gli esercizi 4 volte la settimana, il corpo si trasforma e si acquisisce anche un nuovo vigore mentale.

Un approccio globale

Lo studio di Joseph Pilates non si limita a semplici esercizi di ginnastica, ma a un approccio globale di vita che l’ha portato tra l’altro all’invenzione di sedie, materassi e letti per il corretto sviluppo della colonna vertebrale. Pilates si sofferma anche sull’igiene personale, indispensabile sia per liberare i pori dalle impurità – consiglia di passare su tutto il corpo una spugna ruvida – sia perché permette movimenti di torsione e piegamenti che aiutano la tonificazione muscolare. E proprio per la pulizia dei pori, unita all’importanza del sole e dell’aria fresca per la pelle, egli indossava sempre, durante il lavoro, solo calzoncini corti, e così lo ritraggono numerose fotografie. In anticipo di 50 anni sul suo tempo, Joseph Pilates crea un metodo unico per efficacia e originalità. Un lavoro straordinariamente attuale basato sull’idea che la perfezione fisica sia un diritto ereditato alla nascita. Traendo ispirazione dalle filosofie orientali e occidentali, egli fonde concentrazione e respirazione con l’esercizio fisico dando origine a una disciplina che si rivela stile di vita.

Gli obiettivi e i benefici del metodo Pilates

Il metodo Pilates permette di conoscere il proprio corpo utilizzandolo correttamente per ottenerne il massimo beneficio: migliore postura, forma più equilibrata, Muscolatura tonica e articolazioni più elastiche. I risultati: un aspetto più gradevole, una maggiore economia nel movimento e un aiuto nella prevenzione degli infortuni. Il metodo Pilates è movimento allo stato puro, in cui il corpo è lasciato libero di fluire, poiché guidato dalla mente; è un esercizio di pensiero che esige un grande coordinamento, un desiderio di ascolto reciproco. Versatile e stimolante, la tecnica è un complesso sistema di esercizi dalle mille sfaccettature che l’insegnante svela all’allievo passo dopo passo e adatta su misura rispettando limiti e capacità in un processo continuo di arricchimento e conquiste. Il metodo Pilates è una tecnica adatta a tutti, anche se rigorosa, perché, come in ogni disciplina, la consapevolezza del proprio corpo richiede impegno, determinazione e costanza. Il metodo Pilates:

La durata dell'intero programma è di 50 minuti / 1 ora e comprende il coinvolgimento di tutti i gruppi muscolari, in tutte le loro funzioni. L'esecuzione degli esercizi non presuppone una ripetizione esasperata finalizzata a sé stessa, ma una logica esecuzione che cerca di condurre la mente a cooperare con il corpo, alla ricerca comune del Controllo, della Precisione, della Fluidità dei Movimenti, coordinati dalla Respirazione.