Dar corpo alle emozioni
Le emozioni influenzano i nostri comportamenti e le nostre decisioni
Dar corpo alle emozioni
Le emozioni influenzano i nostri comportamenti e le nostre decisioni.
Riconoscerle e comprenderle ci aiuta a stare in equilibrio con se stessi e con gli altri, aiutandoci a creare legami positivi e orientando il nostro comportamento in modo efficace e salutare. Il corpo è un alleato formidabile che ci fornisce messaggi precisi su ciò che proviamo nelle varie situazioni e nelle relazioni della nostra vita quotidiana. Imparare a sintonizzarsi con i segnali del nostro corpo, riconoscere e nominare le proprie emozioni può essere il primo valido aiuto per ristabilire un equilibrio tra noi e l’ambiente.
Cosa sono le emozioni?
Il termine emozione contiene già in se un carattere di movimento. Infatti, l’etimologia della parola viene dal latino emovère, cioè trasportare fuori, scuotere. La particella e aggiunge forza all’azione espressa dalla parola stessa, agitare, smuovere. Per lungo tempo gli studiosi hanno opposto le passioni “animali” alla calma serafica della ragione degli dei. Gli stoici ad esempio, così come Spinoza, invocavano l’apatia come misura per sopprimere le emozioni e raggiungere la felicità.
Forse non è questa la soluzione! Da Darwin (1872) a oggi sono stati fatti passi da gigante nello studio dei processi emotivi. Egli sosteneva che gli stati emotivi danno luogo a comportamenti che aiutano gli organismi ad adattarsi e a sopravvivere e dunque funzionali alla specie e all’individuo, essi sono conservati nel sistema nervoso attraverso la selezione naturale e poi trasmessi all’interno della specie lungo il corso dell’evoluzione. Negli anni ‘67 e ‘80 negli Stati Uniti molti altri studiosi tra cui Tomkins e Plutchik elaborarono la loro teoria, integrando la visione innatista delle espressioni facciali delle emozioni . Ogni tipo di emozione possiede una propria fisiologia, ma anche risposte psicologiche e comportamentali che sono universali e innate, frutto di apprendimento e adattamento filogenetico. Sulla scia di queste ricerche alcuni neuro scienziati moderni tra i quali Damasio (1999) e Panksepp (2012) sostengono che l’obiettivo delle emozioni è quello di causare un movimento fisico che guida il nostro comportamento verso l’uscita da un pericolo nel caso di emozioni negative o a muoversi nella direzione da cui proviene lo stimolo nel caso di emozioni positive. Ad esempio tendiamo a scappare ad un principio d’incendio e ad avvicinarsi ad una fonte di aria fresca in pieno caldo estivo oppure tendiamo ad avvicinarsi a chi ci sorride cordialmente o ad allontanarci a chi ci guarda in modo arrabbiato o da chi ha il muso!
L’attivazione corporea, che avviene in concomitanza con una risposta emotiva, coinvolge la globalità del nostro corpo e della nostra mente. La posizione e l'atteggiamento del corpo tanto quanto le espressioni del viso esprimono chiaramente emozioni, come la gioia o la paura, il disgusto o la vergogna.
Le emozioni hanno dunque due funzioni importanti:
- Comunicativa: consentono di far passare ai propri simili messaggi fondamentali riguardo ciò che si sta provando in un dato momento.
- Preparare l’individuo ad un’azione: scappare, immobilizzarsi, avvicinarsi, o aggredire secondo la situazione.
Quali e quante sono le emozioni?
Vediamo brevemente una classificazione delle emozioni fondamentali. Esse si dividono in:
- Emozioni Primarie o Universali: Gioia, Sorpresa, Interesse, Tristezza, paura, Rabbia, Disgusto. Esse sono derivate da un processo di evoluzione ed hanno una specifica configurazione dei movimenti facciali e sono caratterizzate da una specifica qualità emotiva che le rende più coscienti.
- Emozioni Secondarie o Sociali: Imbarazzo, gelosia, Colpa, Orgoglio, Vergogna, Invidia, Desiderio. Sono emozioni acquisite durante le varie esperienze nel corso della vita, anche se con una radice innata. Possiamo intenderle come aspetti complessi delle emozioni primarie.
Che cosa succede nel corpo quando sopraggiunge un’emozione, sia essa positiva o negativa, primaria o secondaria?
Come descrive Piermartini (2018), ad ogni emozione corrisponde un’attivazione psicofisiologica.
- Nella rabbia ad esempio il nostro corpo si prepara a reagire alle minacce: la nostra frequenza cardiaca aumenta, il sangue affluisce alle mani rendendo più facile afferrare oggetti o colpire qualcuno. Vengono rilasciati, inoltre una serie di ormoni fra i quali l’adrenalina, in grado di generare un impulso di energia che consente azioni vigorose.
- Nella Paura invece, il sangue affluisce ai grandi muscoli scheletrici come quelli delle gambe, rendendo più facile la fuga. Gli ormoni, invece mettono organismo in uno stato di allerta, preparandosi all’azione e facendo si che l’attenzione si focalizzi sulla minaccia per valutare la risposta. A livello fisicosi esprime in diversi modi mal di stomaco, tensione corporea, battito accelerato, sudorazione, senso di pressione al petto, diarrea, alterazioni nell’appetito e insonnia, etc.
- Nella Gioia invece non si riscontrano grandi cambiamenti a livello fisiologico. Questa reazione favorisce un generale stato di riposo dell’organismo oltre ad una disponibilità a intraprendere compiti e a raggiungere obiettivi specifici. A livello ormonale, l’ossitocina e l’adrenalina sono sprigionate favorendo uno stato d benessere e tranquillità. A livello fisico si evidenziano sorriso, espansione del petto, risata, apertura corporea, ecc. Ci sono persone che fanno fatica a provare questa emozione, e spesso non sanno identificarla.
- Nella Tristezza invece la funzione è di permettere all’individuo di adeguarsi a una perdita o a degli abbandoni significativi. La chiusura in se stessi e il disinteresse verso diverse e possibili fonti di distrazione dovrebbero fornire la possibilità di riflettere sulle conseguenze nella propria vita, di quegli eventi per i quali si sta soffrendo. La funzione adattiva della tristezza potrebbe essere quella di permettere all’individuo di accumulare energie nuove, e necessarie per riprendere progetti a seguito di cambiamenti avvenuti nella propria vita gli effetti dei propri comportamenti e delle proprie azioni. A livello fisico, la tristezza, si manifesta con le lacrime, il singhiozzo, la pressione al petto, il respiro corso, il corpo ricurvo e senza tono la mancanza di appetitoo ecc. Sensazioni che tutti, in particolari momenti della nostra vita, abbiamo provato.
Un team di ricercatori finlandese ha provato a localizzare gli effetti degli stati emotivi nel nostro corpo e individuare delle aree specifiche di attivazione riguardante ogni emozione provata. Questa interessante ricerca è stata pubblicata sulla rivista Proceedings of The National Academy of Sciences e ha coinvolto 700 individui tra Svezia, Finlandia e Taiwan, in modo da coinvolgere etnie occidentali e orientali e formulare una mappa emotiva universale e indipendente dal background culturale delle persone. I ricercatori hanno provato a indurre degli stati emotivi nei soggetti analizzati e poi hanno chiesto loro di indicare quale parte del corpo veniva attraversata maggiormente da quella emozione. E' emerso ad esempio che l'invidia “infuoca” il volto, la rabbia si somatizza su petto, pugni e viso, mentre l'amore è avvertito come un calore su tutto il corpo. E’importante familiarizzare con il nostro universo emotivo e individuare quei segnali corporei a esso connesso. Avere una vera e propria consapevolezza emotiva porta a beneficiare il corpo e la mente.
Silvia Battisti - psicologa, psicoterapeuta