La forza di volontà

La forza di volontà

Una fonte limitata ma allenabile

Argomento delicato e spesso frainteso. Si ha una concezione di volontà spesso esagerata, pensando erroneamente che dipenda solo dalle intenzioni del soggetto. Non dobbiamo dimenticare che siamo macchine biologiche e tutte le nostre azioni, pensieri, emozioni, sono frutto della neurochimica del cervello, che per sostenere i suoi processi consuma energia.

Definizione Forza di Volontà

La forza di volontà può essere definita come la capacità di:

Forza di volontà, determinazione e motivazione spesso sono gli strumenti da dover utilizzare per raggiungere obiettivi a lungo termine che richiedono di fare uno o più sacrifici nel presente per ottenere un guadagno nel futuro. Nell'immaginario collettivo resistere alle tentazioni e fare le giuste scelte e le dolorose rinunce è tutta questione di pura forza di volontà, e chi fallisce lo fa perché non è abbastanza motivato o caratterialmente forte. In realtà le cose non stanno esattamente così. La forza di volontà non è una risorsa infinita a cui accedere tramite la giusta motivazione a piacimento, ma è una RISORSA LIMITATA anche metabolicamente con basi fisiologiche e come tutto nella vita con una componente genetica.

Forza di Volontà come un muscolo

Se usata ripetutamente si stanca, e più è intenso il lavoro da svolgere più velocemente si stanca. Può essere allenata nel tempo se sottoposta ai giusti stimoli progressivi e frequenti nel tempo. Ha un'importante componente genetica che si mantiene poi durante la vita (se coltivata).
Resistere a tentazioni o fare sforzi per fare le scelte giuste in un qualsiasi ambito, consuma la forza di volontà disponibile anche per campi diversi. 

"Tutto ciò che richiede energia, e quando lavora duramente, la corteccia frontale ha un tasto metabolico estremamente alto e i tassi di attivazione dei geni relativi alla produzione di energia.

La forza di volontà è più che una metafora; l'autocontrollo è una risorsa limitata.

I neuroni frontali sono cellule costose, e le cellule costose sono cellule vulnerabili. Coerentemente con ciò, la corteccia frontale è atipicamente vulnerabile a vari insulti neurologici.

Pertinente a questo è il concetto di <<carico cognitivo>>. Aumenta il carico cognitivo sulla corteccia frontale, e subito dopo i soggetti diventano meno pro-sociali, meno caritatevoli o propensi ad aiutare, e più propensi a mentire.

Oppure aumenta il carico cognitivo con un compito che richiede una difficile regolazione emotiva, ed i soggetti sgarrano più nella loro dieta successivamente.

La regolazione emotiva "prosciuga" la forza di volontà influenzando tutte le altre funzionalità della corteccia frontale

E' più difficile resistere alle tentazioni (ad esempio rispettare la dieta, studiare rinunciando ad un'uscita) e fare scelte razionali dopo aver subito forti stress emotivi ed aver dovuto attingere a piene mani alla corteccia frontale per regolare le emozioni ed il comportamento (litigio con colleghi e amici, stress lavorativo etc.).

L'organizzazione e le abitudini possono aiutare

Automatizzare le decisioni creando routine (orari regolari di studio, allenamento etc.) ed un ambiente con meno "tentazioni" (ad esempio non avere cibo che porta a sgarrare in casa) alleggerisce il carico cognitivo e rende più semplice fare la "scelta giusta". Impegnarsi in un cambiamento alla volta è molto più facile che non cercare di rivoluzionare le proprie abitudini tutte insieme. I buoni propositi dell'anno nuovo quasi sempre falliscono miseramente perché si cerca di stravolgere (e resistere alle tentazioni) tutto contemporaneamente, iniziando ad allenarsi spesso quando prima non lo si faceva mai, seguendo diete rigide quando prima si mangiava a caso, stravolgere gli orari di sonno, smettere di fumare etc.

STEP BY STEP - STEP BY STEP - STEP BY STEP- STEP BY STEP...

Ogni decisione "razionale" che prendiamo, ogni rinuncia ad una gratificazione istantanea a favore di una futura, ogni regolazione emotiva, rappresenta un carico cognitivo che consuma un pò della nostra forza di volontà. Anche le attività cognitivamente tassanti (come studiare, allenamenti molto tassanti mentalmente etc.) possono incidere molto sul carico cognitivo.

Quando molte di queste scelte si accumulano insieme, la nostra capacità di esercitare forza di volontà e di continuare a fare scelte razionali, resistere alla gratificazione istantanea, capacità di autocontrollo e regolazione emotiva diminuisce e diventiamo sempre più scarsi in queste azioni.

Non è un caso che risultiamo più irascibili quando siamo "stanchi"

Se nella giornata abbiamo sviluppato un alto carico cognitivo e siamo "stanchi" (cioè le "risorse" della corteccia frontale sono state depletate) è molto più probabile che avremo meno autocontrollo, saremo più insofferenti con le altre persone, cadremo più facilmente in tentazione etc.
Di seguito alcune strategie che, se messe in atto, allenano la propria forza di volontà:

La forza di volontà è un processo impegnativo, esercitarla consuma energia e per questo non può essere fatto all'infinito. Così come se teniamo sollevato un bicchiere per ore, man mano che ci stanchiamo quel bicchiere sembrerà pesare sempre di più e sarà quindi più difficile tenerlo sollevato, così per la forza di volontà diventa sempre più difficile essere esercitata man mano che ci stanchiamo e quando siamo stanchi anche scelte, rinunce e decisioni normalmente semplici possono diventare difficili e apparire impossibili. Conoscere queste dinamiche aiuta a gestirsi meglio e rendere più facile un percorso che prevede l'esercitazione costante di volontà, come ad esempio per rinunciare a gratificazioni istantanee (uscire, mangiare etc.) per risultati futuri (studiare e passare l'esame, dimagrire, smettere di fumare o bere etc.). Alla base del processo è fondamentale essere totalmente consci delle cause e delle motivazioni (interne ed esterne) che ci spingono a ricorrere alla nostra forza di volontà nel raggiungimento dei propri traguardi, piccoli o grandi che siano, per trasformare la frustrazione e la delusione in sana voglia di cambiare.
Come? Con la consapevolezza che serve del tempo. E quando si deve affrontare un viaggio bisogna stare comodi. Piangersi addosso non aiuta. Darsi da fare, prima o poi, sì.