Cicatrici patologiche e squilibri posturali
La cicatrice patologica può essere considerata un vero e proprio corto circuito nervoso
Paul Eluard diceva: "ciò che è più profondo nell'uomo è la pelle". La pelle è un elemento fondamentale dell'esterocezione, è allo stesso modo il supporto dei meridiani e dei punti di agopuntura. Gli squilibri di questo recettore vengono essenzialmente da certe cicatrici che hanno un effetto deleterio sull'organismo e che noi chiamiamo: cicatrici patologiche.
Definizione ed effetti delle cicatrici patologiche
Per cicatrice patologica o tossica si intende una cicatrice che perturba l’organismo e induce disturbi clinici e posturali. Essa può essere considerata un vero e proprio corto circuito nervoso, in grado di disturbare i grandi sistemi di trasmissione delle informazioni nell’organismo ( Paul Nogier, 1981). Cicatrici patologiche, di frequente osservazione nella pratica clinica, possono squilibrare l’organismo a vari livelli:
- Posturale, per l’azione sui recettori cutanei e l’effetto perturbante sul sistema tonico posturale;
- Muscolo-fasciale, per la fibrosi e quindi l’ipoestensibilità localizzata del tessuto;
- Linfatico, per l’ostacolo sul deflusso linfatico locale;
- Energetico, per l’ “effetto barriera” sulla circolazione energetica;
- Endocrino-metabolico, per l’anomala secrezione di adrenalina e l’ipersimpaticotonia che può provocare;
- Psicologico, in quanto la cicatrice può essere legata ad un trauma emotivo o ad un vissuto doloroso profondo.
Fisiopatologia
- A livello posturale, una cicatrice retratta, ipertrofica o cheloide, è in grado di stirare i recettori cutanei e provocare afferenze proprio ed esterocettive alterate: il sistema tonico posturale viene così disturbato da queste afferenze. La risposta muscolare anomala ha lo scopo di detendere la cute e gli esterocettori stirati.
- Una cicatrice patologica può provocare un’interferenza a livello delle catene muscolo-fasciali: a causa della fibrosi della cicatrice, la catena muscolo-connettivale presenta zone di minore elasticità. Tale disturbo localizzato si ripercuote semprea livello globale sull’equilibrio delle catene cinetiche in toto.
- Una cicatrice patologica può alterare il deflusso linfatico locale: la stasi linfatica loco regionale in corrispondenza della cicatrice è documentabile con linfoscintigrafia
- Facendo riferimento alla Teoria dei Meridiani, una cicatrice può provocare un’interferenza energetica: quando un meridiano viene attraversato da una cicatrice, specie se ipertrofica, si ha un “effetto barriera”, con conseguenze legate al disturbo della circolazione energetica.
- A livello endocrino-metabolico, una cicatrice può causare uno squilibrio responsabile di disturbi a distanza, apparentemente non collegati con essa.
Sfiorando una cicatrice “tossica” con del cotone si provoca una reazione arteriosa rilevabile al polso (Ipo V.A.S., caduta delpolso radiale), causato da una secrezione di adrenalina (Nogier, 1981; Bricot, 1996). La brusca chiusura degli shunts artero-venosi indotta dal messaggio nocicettivo cutaneo provoca una sensibilizzazione degli shunts provvisti di un glomo, e quindi una secrezione di adrenalina. Questo fenomeno può diventare cronico in virtù del cosiddetto “effetto vestito”: lo sfioramento dei vestiti sulla cicatrice durante i movimenti innesca una “pompa” anomala per l’adrenalina.
Disturbi e cicatrici
Ciò permette di capire molti disturbi insospettabili, prima considerati una fatalità, come ad esempio l’obesità: l’adrenalina dà una piccola ipoglicemia permanente, con conseguente tendenza ad assumere carboidrati. Altre patologie osservate sono:
- Distonie neurovegetative;
- Ipertensione o ipotensione arteriosa;
- Spasmofilia;
- Dermalgie riflesse;
- Blocchi vertebrali;
- Cefalee;
- Emicranie;
- Fatica cronica;
Al di là di questa ricca fisiopatologia, è necessario tener presente che ad una cicatrice dei tessuti può corrispondere una“cicatrice psicologica”: uno stato di disagio interiore irrisolto e di tensione emotiva legata all’evento che ha provocato lacicatrice (intervento chirurgico, trauma, incidente).
La cicatrice può essere intesa come una forma di memoria dei tessuti rispetto ad un trauma emotivo e ad un evento doloroso. L’esagerata reazione al contatto, il cui significato va ben oltre il semplice stimolo nocicettivo indotto dallo sfioramento della cicatrice, è patognomonico di questo aspetto psico-emotivo. Si tratta di vere e proprie cicatrici intoccabili; a volte ilpaziente non la vuole neanche vedere perché avverte fastidio.
Una volta individuata e diagnosticata come patologica, la cicatrice deve essere sempre trattata, indipendentemente dall’età di insorgenza, fino a quando non viene neutralizzata. Gli esami clinici posturali permettono di valutare con chiarezza l’interferenza provocata dalla cicatrice, sulla base di tale valutazione viene stabilita la terapia più adeguata (manuale, fisica, infiltrativa, reflessogena) per desensibilizzare e neutralizzare la cicatrice patologica.
Trattamento
La prima cosa da fare, davanti ad una cicatrice patologica, è di riprogrammare il sistema posturale; esiste infatti un'interferenza negativa reciproca tra squilibrio posturale e cicatrice patologica; la cicatrice contribuisce al mantenimento di un disturbo statico il quale a sua volta causa delle dermalgie riflesse responsabili della patologia cutanea. Le correzioni permanenti del sistema posturale sono dunque i primi elementi del trattamento. I metodo più utilizzati sono:
- Metodi dolci: servono a "lavorare la cicatrice per renderla più morbida, meno ipertrofica e meno retratta. Il lavoro consiste in un impastamento, pinzamenti e stiramenti fatti lungo tutta la porzione patologica della cicatrice. E' anche possibile fare un trattamento della cicatrice con il freddo, massaggiandola per qualche decina di secondi con l'angolo di cubetto di ghiaccio, fino a raggiungere l'anestesia completa della cicatrice. Il trattamento con massaggio deve essere fatto ogni giorno, quello con il freddo un giorno ogni due.
- Trattamento con il laser: consiste nell'irradiare la cicatrice con un raggio laser. Il trattamento all'inizio deve essere fatto due volte alla settimana e proseguito a lungo, finchè la cicatrice conserva il suo carattere patogeno.
- Infiltrazione: è uno dei modi migliori per trattare una cicatrice, poichè la dissociazione della fibrosi cicatriziale permette una nuova vascolarizzazione. Le sostanze utilizzati sono analgesici locali. L'infiltrazione può essere fatta con una siringa o meglio con un "dermojet" o un "mesoflach"; questi apparecchi permettono di far penetrare nella cicatrice un liquido sotto pressione per dissociare.
- Queste differenti tecniche possono essere combinate e possono essere associate ad altre terapie complementari:
- Omeopatia: possono essere individuati vari prodotti in funzione del terreno;
- Auricoloterapia: questa tecnica, recentemente riconosciuta dall' O.M.S. potrà rilevarsi di un'estrema efficacia, soprattutto per quelle cicatrici difficilmente accessibili, ma anche per correggere i disturbi della lateralità della struttura provocati dalle epatie virali;
- Agopuntura e magnetoterapia.
Conclusione
Le cicatrici patologiche costituiscono un ostacolo alla riprogrammazione posturale ma anche a tutte le altre terapie riflesse o di altro tipo. Possono essere alla base di numeroso patologie e costituiscono spesso il terzo fattore necessario per rendere i sintomi permanenti.
Dr.Alessio Guaglianone, Posturologo