Pandemia, quale il rischio psicologico?
II Covid-19 è stato un evento psicologicamente critico, le cui conseguenze sul piano soggettivo e sociale hanno evidenziato aspetti molto negativi

Quando si è colpiti (sia direttamente sia indirettamente) da un’epidemia, lo stress e la preoccupazione sono reazioni normali. Il Ministero della salute ha delineato una lista di possibili risposte, che sono comuni a molte persone, tra le quali troviamo:
- Paura di ammalarsi e morire.
- Evitare di avvicinarsi alle strutture sanitarie per paura di essere infettati durante le cure.
- Paura di perdere mezzi di sussistenza di non essere in grado di lavorare durante l'isolamento e di essere licenziati dal lavoro.
- Paura di essere socialmente esclusi o stigmatizzati.
- Paura di separarsi dalle persone care e dai caregivers a causa del regime di quarantena.
- Sensazione d’impotenza, noia, solitudine e depressione dovute all'isolamento.
- Paura di rivivere l'esperienza di un'epidemia precedente.
- Tra gli stress troviamo:
- Rischio di essere infettati e infettare gli altri, soprattutto se la modalità di trasmissione di COVID-19 non è al 100% chiara.
- Sintomi comuni di altri problemi di salute (ad es. Febbre) possono essere confusi con COVID-19 e portare alla paura di essere infetto.
- Rischio di deterioramento della salute fisica e mentale delle persone vulnerabili, ad esempio gli anziani e le persone con disabilità, se gli operatori sanitari vengono messi in quarantena e se altre cure/ supporto non sono garantite.
Quando possiamo parlare di Trauma?
La sola esperienza del trauma non determina di per se stessa lo sviluppo di un disturbo specifico: nella maggior parte dei casi le normali reazioni psicofisiologiche di stress tendono a risolversi in modo naturale e abbiamo visto come molte di esse siano comuni a molte persone. Quando, però, questo non accade e la persona presenta sintomi specific che durano per più di un mese e che provocano un disagio clinicamente significativo, uno specialista può diagnosticare un PTSD, ovvero un Disturno PostTraumatico da Stress, disturbo complesso che vedremo nello specifico nei paragrafi a seguire. Nel manuale DSM-IV ( dell'American Psychiatric Association, 1994), all'interno della definizione di Disturbo Post Traumatico da Stress troviamo una definizione di trauma: " Un fattore traumatico estremo che implica l'esperienza personale diretta di un evento che causa o può comportare morte o lesioni gravi, o altre minacce all'integrità fisica; o la presenza ad un evento che comporta morte, lesioni o altre minacce all'integrità fisica di un'altra persona; o il venire a conoscenza della morte violenta o inaspettata, di grave danno o minaccia di morte o lesioni sopportate da un membro della famiglia o da altra persona con cui è in stretta relazione”.
Tipologia di Traumi da coronavirus
Ci troviamo davanti a due tipi di traumi di natura psicologica provocati da coronavirus: quelli lievi e quelli più complessi.
TRAUMI LIEVI: riguardano la perdita di libertà, il confinamento in spazi piccoli, la difficoltà nella gestione di figli piccoli, dei disabili e degli anziani, ma anche difficoltà economiche e legate al lavoro. I loro sintomi si esprimono con manifestazioni psicosomatiche come:
- Mal di testa;
- Disturbi intestinali;
- Difficoltà digestive;
- Tachicardia;
- Dimagrimento;
- Ansia;
- Depressione;
- Aumento del consumo alcolico;
- Modifica del sonno;
- Astenia.
Per questi traumi lievi sarà innanzitutto importante comprendere il momento di cambiamento che stiamo vivendo, dandoci del tempo per questo. E’ importante sapersi adattare a nuove condizioni, senza negare le emozioni che tutto questo ci comporta e condividere la situazione con chi ha subito un’esperienza simile. Gradualmente sarà fondamentale riprendere i ritmi regolari di vita ed eventualmente chiedere un supporto psicologico.
TRAUMI COMPLESSI: fa parte di questa categoria il Disturbo post traumatico da stress (PTSD). Esso si manifesta dopo eventi molto gravi come atti terroristici, incidenti, tsunami, terremoti e anche purtroppo, come l’epidemia da COVID-19. I sintomi sono vari: secondo l’APA, i sintomi compaiono solitamente entro tre mesi dal trauma, anche se in qualche caso lo stato di stress si manifesta anche più tardi. I sintomi sono classificabili in tre categorie ben definite:
- Episodi di intrusione;
- Ricordi ricorrenti o flashback;
- Incubi.
Le persone con PTSD hanno ricordi improvvisi che si manifestano in modo molto vivido e sono accompagnati da emozioni dolorose e dal “rivivere”continuamente il dramma. A volte, l’esperienza è talmente forte da far sembrare, all’individuo coinvolto, che l’evento traumatico si stia ripetendo come fosse nuovamente reale.
Evitamento;
Distacco dalla realtà quotidiana e perdita d’interesse.
La persona cerca di evitare contatti con chiunque e con qualunque cosa che lo riporti al trauma. Inizialmente, può sperimentare uno stato emozionale di disinteresse e di distacco, riducendo la sua capacità d’interazione sia sociale sia emotiva e riuscendo a condurre solo semplici attività di routine. Potremo avere anche un accumulo di ansia e di tensione che se prolungata potrebbe portare a veri e propri stati depressivi.
- Ipersensibilità e ipervigilanza;
- Iperattività;
- Disturbi dell’umore come sentimento di vuoto;
- Nervosismo/irritabilità;
- Difficoltà del sonno;
- Scarsa concentrazione;
- Rischio di iniziare ad abusare di droghe, alcol o farmaci.
Le persone si comportano come se fossero costantemente minacciate dal trauma. Reagiscono in modo violento e improvviso, non riescono a concentrarsi, hanno problemi di memoria e si sentono costantemente in pericolo. A volte, per alleviare il proprio stato di dolore potrebbero consumare alcol o droghe.
In questi casi, sarà importante essere seguiti da un’equipe specializzata. Infatti solo un approccio multidisciplinare è in grado di fare una diagnosi certa e proporre una terapia adeguata ed efficace.