Postura e sistema visivo

Postura e sistema visivo

Il sistema visivo è fortemente correlato all'assetto posturale del nostro corpo

Negli ultimi anni l’aspetto posturale è stato preso sempre più in considerazione da diversi specialisti che, con un approccio integrativo, hanno favorito un’analisi interdisciplinare dell’utente.

Il lavoro d’équipe, ha messo in evidenza la stretta relazione tra i principali sistemi di afferenza recettoriale, per cui la disfunzione di un sistema è in grado di alterare gli altri distretti i quali, in modo assolutamente automatico, cercheranno di adattarsi al nuovo pattern posturale.

L’assetto posturale, oltre che rispondere ad automatismi neuromotori, esprime anche delle compensazioni necessarie all’organismo per svolgere funzioni che altrimenti non potrebbero avere luogo, o verrebbero effettuate in modo gravoso. Una modificazione di queste afferenze può produrre alterazioni di tipo para funzionale con conseguente coinvolgimento prima disfunzionale, poi patologico, dei distretti anche distali all’afferenza interessata.

In una visione allargata rispetto a quella di una singola area scientifica, che non si limiti all’apparato, che provocando dolore, ha richiamato l’attenzione dell’utente, la valutazione, la diagnosi e il trattamento, vanno definiti dai diversi clinici che si occupano dell’area posturale. Risulta quindi indispensabile giungere ad un approccio comune e ad una analisi delle funzioni che possono orientare il clinico nell’identificare la presenza di una possibile disfunzione degli apparati correlati a quello di propria competenza, così da suggerire l’invio allo specialista di riferimento. L’approccio richiede di conoscere come funzionano tutti gli apparati, e di come essi si legano agli altri tramite il SNC.

Scopo di questo articolo è illustrare alcuni legami tra il sistema posturale il sistema visivo in modo da poter comprendere come si possano influenzare vicendevolmente e come i diversi professionisti sulla base di questi legami possano comprendere e agire con i propri trattamenti per risolvere la problematica posturale dell’utente. Esiste una stretta connessione tra il sistema visivo e quello posturale. La relazione è bidirezionale, ed il corpo viene interpretato come una unità anatomo-funzionale dove il SNC rappresenta il centro di acquisizione delle afferenze sensorio motorie che arrivano sia dall’esterno attraverso l’ambiente, sia dall’interno mediante gli apparati recettoriali sparsi in tutto il corpo. Più in generale è possibile definire l’unità anatomo-funzionale con il nome di sistema tonico posturale STP, il cui controllo è regolato da un sistema complesso paragonabile ad una scatola nera, in quanto sono note sono le funzioni in ingresso e in uscita, mentre non è possibile conoscere con precisione i processi e le strutture neuro anatomiche che determinano la relazione input output.

Vediamo di illustrare alcuni di questi legami.

Collegamenti tra muscoli Sub occipitali e muscoli oculari

Gli occhi hanno legami anatomo-neurologici con la cervicale:

Gli occhi devono portare stabilità a tutto il corpo perché sono un sistema di puntamento che serve ad ancorare il corpo a punti di fissazione, se non la portano, daranno instabilità al sistema, di conseguenza è importante che la scena visiva sia il più stabile possibile durante il movimento.

Esiste una via che lega occhi, vestibolo e propriocezione cervicale. Questa via si chiama

Via Oculo Cefalo Giria (OCG), che gestisce la corretta integrazione tra le afferenze degli occhi, collo e vestibolo, questa integrazione è essenziale per un’equilibrata e funzionale organizzazione corporea

VIA OCULOCEFALOGIRIA

Il legame neuro fisiologico che lega gli occhi ai movimenti della testa, si esplica attraverso diversi riflessi e viene definito con il termine: via OculoCefaloGiria (OCG). Il nome “oculocefalogiria“, non è presente nei libri di neurofisiologia, fisiologia medica e neuro anatomia, ma si riferisce alla via neurologica che lega occhi, vestibolo e propriocezione cervicale con il principale scopo di mantenere stabile l’immagine sulla retina durante i movimenti del capo. Il fascicolo longitudinale mediale FLM è la via di connessione tra i nuclei motori dei muscoli oculari (terzo, quarto, sesto nervo cranico), il nervo vestibolare (ottavo nervo cranico) e il nucleo motore del nervo accessorio (XIº nervo cranico) che innerva lo SCOM e il trapezio, principali attori del movimento della testa.

 COS’E’

Può essere sintetizzata come l’integrazione tra le informazioni derivanti dalla propriocezione della muscolatura oculare e della recezione attraverso la retina, dall’informazione propriocettiva della muscolatura del collo (tensione, allungamento forniti con l’entità e direzione del movimento del capo dello spazio) e dall’informazione vestibolare. Le connessioni dirette e indirette con la corteccia cerebrale, il pretetto, i nuclei della base, il cervelletto, il trigemino, alla formazione reticolare, ecc. si integrano per esprimere un atto motorio involontario di collegamento tra occhi, collo, vestibolo e relativo mantenimento dell’equilibrio attraverso la modulazione di eccitazione e inibizione della muscolatura pressoria ed estensoria degli arti e del tronco.

FUNZIONI

La visione è un sistema di puntamento che consente di ancorare il corpo a punti di fissazione e attivare gli aggiustamenti posturali per riportare l’immagine sulla fovea (zona della retina che consente la visione dei 10 decimi), è perciò necessario che la scena visiva sia il più stabile possibile durante il movimento del corpo.

La corretta integrazione tra le afferenze degli occhi, dei muscoli del collo e dei recettori vestibolari è essenziale per un’equilibrata e funzionale organizzazione corporea. Ogni volta che l’integrazione tra questi sistemi viene a mancare, il SNC si adatta usando la strategia di movimento in co contrazione, ossia aumentando il tono dei gruppi muscolari agonisti e antagonisti per compensare la mancata funzionalità stabilizzatrice per il sistema visivo. Ne consegue il corollario di manifestazioni cliniche e sintomatologico il clinico ben conosce.

PERCORSO SEMPLIFICATO

Nasce dalla corteccia dal campo oculare frontale FEF (Front Eye Field) SEF( Supplementary Eye Field) area 7 di Brodmann, MT ( Middle Temporal), MST( Medial Superior Temporal) , V1,V2,V3 (aree visiva primaria, secondaria, terziaria, FLM (fascicolo longitudinale mediale), CS (collicolo superiore)

Il percorso OCG presenta un numero elevato di connessioni ne presentiamo qui solo i principali collegamenti, senza definirli tutti dando di seguito le tappe semplificate:

Parlare solo di quanto uno vede in termini di decimi di visus o di collaborazione binoculare è sia riduttivo, sia neuro-fisiologicamente non corretto.
I diversi sistemi sono tutti collegati, la neuro-anatomia ce lo mostra da tempo, e la clinica quotidiana conferma come gli occhi possono portare una cervicalgia cronica, dolori ai piedi, una malocclusione, un deficit di convergenza o variazioni dell'astigmatismo, ed il contrario naturalmente.

Bisogna quindi conoscere tutti i sistemi collegati alla postura e, nel rispetto di ogni professione, comprendere che test effettuare per valutare i diversi recettori e loro integrazione con il sistema nervoso centrale.

È possibile riassumere in una frase, che la mancata integrazione del sistema visivo con gli altri sistemi, che fanno parte dell’oculocefalogiria e che in clinica si apprezza con l’asimmetria di tono nella muscolatura oculomotoria, genera adattamenti posturali che si proiettano fino ai piedi. Gli adattamenti indotti possono essere ben compensati, o possono generare a loro volta disturbi locali e a distanza. Di seguito sono riportati alcuni esempi pratici di errata integrazione della via OCG.

Causa visiva

Una errata stimolazione afferente proveniente dai riflessi di raddrizzamento visivo o una risposta in asimmetria di tono dei muscoli oculomotori, comporta una disorganizzazione degli altri sistemi di gestione dell’equilibrio. Ad esempio in presenza di una eteroforia verticale (disallineamento verticale degli assi visivi compensato dalle capacità fusionali del sistema visivo) le afferenze propriocettive dei muscoli oculari verticali e obliqui, che presiedono ai movimenti verticali e torsionale degli occhi, inviano al SNC una informazione sbilanciata fra i due occhi paragonabile al mancato livellamento del capo sul piano orizzontale. Attraverso la via OCG, il SNC richiederà l’intervento dei muscoli Trapezio Superiore e Sternocleidomastoideo (SCOM) per correggere il capo in funzione del segnale tonico oculare ricevuto. Ciò produce un’informazione dissonante fra i riflessi vestibolari e cervicali.

Causa cervicale

Un disallineamento di una vertebra cervicale alta produce una risposta asimmetrica di tono da parte dei propriocettori dei muscoli opposti del collo, che portano ad una interpretazione centrale di inclinazione o più in generale di una posizione anomala del capo PAC. Invece le afferenze vestibolari e oculari forniscono una informazione diversa, per esempio contraria a quella della propriocezione cervicale. La risposta di adattamento interverrà nella ricerca di un nuovo equilibrio compensatorio che mantenga stabile la scena visiva durante il movimento del capo o, in statica nel minor dispendio energetico che consente di tenere la testa ferma in asse sul tronco. I muscoli del collo, i suboccipitali e soprattutto il Trapezio Superiore e lo SCOM andranno in tensione asimmetrica. Questa trazione in disequilibrio si ripercuoterà sulla fascia e sulle ossa craniche con conseguente perturbazione e disfunzione nei distretti occhi, vestibolo e anche distali tra cui è fortemente coinvolto l’apparato Stomatognatico.

La stretta connessione tra il sistema visivo e quello posturale suggerisce la necessità di poter utilizzare una serie di test visuo posturali in grado di valutare se il sistema visivo può interferire negativamente sull’equilibrio posturale dell’utente. Il concetto base è valutare le differenze di risposta neuro sensorio motoria del sistema visivo senza e con l’introduzione di altre variabili che interagiscono attraverso il STP. La disfunzione di un sistema è in grado di modificare quelli ad esso correlati creando nel tempo una situazione poli disfunzionale più difficile sia da gestire, sia da trattare. Disequilibrio della funzione visiva, come una differenza di visione tra i due occhi, un difetto visivo non adeguatamente corretto, un occhiale non correttamente centrato, una ipoconvergenza oculare o la presenza di eteroforie posturalmente significative, possono modificare il tono dei muscoli gravitazionali o viziare un atteggiamento della testa nello spazio con variazione dei rapporti occlusali e o tensioni muscolari, che si ripercuotono, attraverso le catene mio-fasciale, nei diversi distretti corporei fino all’appoggio podalico. Per la connessione bidirezionale, una disfunzione podalica o su base cranio cervico mandibolare è altresì in grado di produrre le medesime manifestazioni cliniche e sollecitare riflessi vestibolari visivi che, attraverso la via oculocefalogiria, esprimeranno una asimmetria tonica nei diversi distretti corporei indagati. Sulla base dei concetti e conferme neuro anatomiche e neurofisiologiche, il fine terapeutico è fare in modo che i diversi sistemi siano reciprocamente integrati e in coerenza di fase all’interno del STP.

L’esame clinico, l’anamnesi è l’osservazione del soggetto consentono di cogliere numerose compensi posturali effettuati automaticamente dal SNC per adattarsi alle sequele di un trauma, di una disfunzione, di una malattia oppure all’ambiente occupazionale. Tali compensi inducono ad asimmetria tonico posturale, sia in postura statica, sia in attività dinamica provocando continue interferenze con l’espressione della funzione visiva o di altre funzioni dinamiche dell’organismo alterando fluidità ed efficacia. L’indivisibile connessione tra il sistema visivo e quello posturale richiede quindi l’utilizzo di veloci e affidabili test visuo posturali per un approccio di relazione tra i diversi sistemi con un’attenzione multidisciplinare, che abbiano lo scopo di fornire indicazioni sull’eventuale interessamento del sistema visivo verso gli altri apparati. I test visuo posturali orientano il professionista sull’eventuale interessamento di altri apparati, per poter parlare un linguaggio comune con tutte le branche specialistiche che si occupano di postura in modo.

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