Quadrato dei lombi: alcuni esercizi posturali

Quadrato dei lombi: alcuni esercizi posturali

Generalita’ e modalità di intervento in caso di lombalgia

Il quadrato dei lombi si presenta come un muscolo molto spesso sottovalutato nel contesto della lombalgia.

Anatomia del quadrato dei lombi

La sua funzionalità spesso perturbata da vari fattori, è causa di attivazione dei punti trigger che danno svariati sintomi tra cui ricadute del dolore in regioni che a primo impatto non fanno pensare ad un coinvolgimento del quadrato dei lombi. Le inserzioni anatomiche, fanno di questo muscolo, un muscolo complesso, difficile da gestire durante una seduta di stretching. Il muscolo molto voluminoso si compone di tre gruppi distinti di fibre e di direzioni:

Il muscolo quadrato dei lombi è innervato dai rami del plesso lombare che originano dai nervi spinali T12 oppure L1-L3 o L1-L4. Unilateralmente può agire come stabilizzatore della colonna lombare, elevatore dell’anca e flessore laterale della colonna lombare. Agendo bilateralmente estende la colonna lombare e interviene nella espirazione forzata come muscolo accessorio (vedi colpo di tosse). I due muscoli, speculari, lavorano insieme in sinergia o da antagonisti, a seconda dell’azione da compiere.

Lombalgia e quadrato dei lombi

Fra i sintomi maggiormente caratteristici si riconosce la lombalgia in stazione eretta o durante l’azione di girarsi nel letto. Un altro sintomo caratteristico può essere il dolore durante la deambulazione. I suoi punti trigger possono attivarsi durante un piegamento fatto per prendere e spostare un peso che si trova di fianco al soggetto (movimento di flessione abbinato alla torsione) oppure dopo un trauma o un incidente stradale. Il dolore causato da punti trigger attivi del quadrato dei lombi può costringere il soggetto a deambulare a carponi, per l’impossibilità di raddrizzarsi. A seconda dei punti trigger coinvolti il dolore può essere proiettato verso la cresta iliaca e al grande trocantere del femore, fino all’inguine o al quadrato inferiore dell’addome (punti trigger superficiali), o ancora verso la regione glutea vicino all’articolazione sacro-iliaca, oppure verso la regione infero esterna del gluteo (punti trigger più profondi).

Un elemento importante per valutare il coinvolgimento del quadrato dei lombi è la ridotta rotazione dal rachide dorso-lombare, oltre all’impossibilità di flettere anteriormente lo stesso. In caso di scoliosi lombare, è fortemente interessato questo muscolo con evidente asimmetria nella tonicità, bilateralmente.

Un test affidabile per alleviare il dolore lombare causato da punti trigger del quadrato dei lombi è quello di premere contro le creste iliache e contemporaneamente spingerle verso il basso, scaricando il peso sulle anche, il sollievo ci conferma l’interessamento del quadrato dei lombi nella lombalgia.

Un altro modo per attenuare il dolore è mettersi supini o sul fianco, oppure utilizzando, se pure temporaneamente un supporto lombare, il cui abuso però potrebbe comportare debolezza muscolare e successiva vulnerabilità dello stesso muscolo verso l’attivazione dei punti trigger.

Riguardo all’esame posturale statico, ma soprattutto nella valutazione dinamica e funzionale, il soggetto con dolore lombare si presenta spesso con atteggiamento del bacino in retroversione. Questo comporta specie in posizione seduta una condizione di stiramento perpetuo dei legamenti ileo-lombari, che possono diventare insufficienti e provocare lo stiramento delle fibre del quadrato dei lombi, che ricordiamo fungono da legamento attivo per la regione lombo-sacrale e sacro-iliaca. Lo stesso muscolo, sostituendosi attivamente ai legamenti insufficienti, rimane stirato e, affaticato anche da una scorretta funzione delle anche durante ripetuti movimenti tipo “squat”, attiva i suoi punti trigger, provocando cosi lombalgia.

Un esempio eclatante è il dolore alla schiena alzandosi dalla sedia, dove il soggetto è colpito da impossibilità ad alzarsi e raddrizzare il rachide lombare a causa dello stiramento del quadrato dei lombi. In questa situazione, a peggiorare la sintomatologia è anche l’incapacità del soggetto ad utilizzare le anche in flessione (ipomobilità) oltre alla scarsa elasticità dei flessori dell’anca, sia mono-articolari che poli-articolari.

Un’altra condizione di affezione del quadrato dei lombi, al contrario della precedente, vede la retrazione dello stesso muscolo, condizione molto rara negli ultimi anni, in cui la vita sempre più sedentaria ha condizionato l’adattamento alla rettilineizzazione del rachide lombare in merito alle nostre abitudini. Un segno tipico della retrazione del quadrato dei lombi bilateralmente è dato dall’infossamento delle ultime vertebre lombari durante il test in flessione anteriore. Condizione questa associata molte volte all’accorciamento del muscolo ileo-psoas che in sinergia con il quadrato dei lombi, mantiene in antiversione il bacino, trascinando la colonna lombare in “vera” iperlordosi. In questo secondo caso, la retrazione o l’accorciamento può essere trattata efficacemente con l’allungamento del muscolo attraverso specifici esercizi di stretching posturale.

Trattamento e stretching del quadrato dei lombi

Riguardo al trattamento di questo muscolo, lo stiramento non sembra essere la migliore soluzione a causa della complessità anatomica delle inserzioni muscolari (tranne nel caso di retrazione muscolare, vera iperlordosi lombare). Una serie di esercizi articolari e propriocettivi per il rachide lombare si rende necessaria per mantenere il quadrato dei lombi in condizioni di ottimale elasticità, soprattutto quando ci troviamo difronte ad un soggetto con bacino costantemente in retroversione. Tali esercizi sembrano funzionare meglio perchè agiscono sul ristabilimento della simmetria articolare lombare e permettono un rilassamento simmetrico dei muscoli. Bisognerà in ogni caso cercare sempre, qualora ci fosse, una asimmetria degli arti inferiori e ristabilire l’equilibrio tra questi per evitare una recidiva dell’attivazione dei punti trigger.

Di seguito riporto due esercizi efficaci per riequilibrare i muscoli bilateralmente.

  1. Primo esercizio: supini mani sulle creste iliache, far scivolare il gluteo dx verso l’alto facendolo risalire verso la spalla dx (il gluteo deve scivolare sul pavimento). La gamba dx cosi’ risulterà accorciata come il fianco dx e il lato sx subirà un allungamento indiretto della colonna lombare. Eseguire lo stesso movimento dall’altro lato.
  2. Secondo esercizio: seduti su uno sgabello braccia incrociate davanti al petto, eseguire una flessione laterale del tronco, senza sforzo, a destra e a sinistra. Notare da quale lato la flessione è più naturale e più ampia, dopo continuare sullo stesso lato per 15 ripetizioni, molto lentamente (iniziare sempre dal lato più facile, quel lato sarà quello più accorciato), espirando durante la discesa. Ripetere dal lato opposto.

Condizione necessaria è l’assenza di dolore, mentre sarà possibile sopportare soltanto un leggero stiramento del muscolo del lato opposto.

Concludo sottolineando l’importanza di un’attenta valutazione posturale statica-dinamica abbinata all’interrogatorio del soggetto in esame per capire se fosse determinante il coinvolgimento del quadrato dei lombi nella lombalgia.