Interpretazione osteopatica del colpo di frusta

Interpretazione osteopatica del colpo di frusta

Come approcciare un eventuale colpo di frusta

Il termine colpo di frusta, coniato probabilmente da H. Crowe nel 1928, identifica una lesione traumatica distorsiva della colonna cervicale, causata da una brusca sollecitazione in iperestensione (testa all'indietro), seguita da una violenta spinta in iperflessione (testa in avanti).

Caratteristicamente il colpo di frusta si verifica in incidenti automobilistici, specialmente in seguito ad un tamponamento da dietro senza preavviso; può comunque verificarsi anche in traumatologia sportiva o per cause accidentali. Un indice per l’identificazione del colpo di frusta è la non perdita di coscienza.

Il brusco trauma di accelerazione improvvisa spinge in avanti prima il mezzo, poi il corpo infine il capo con una certa inerzia, provocando iperestensione del collo. Pur avendo una accelerazione relativa tardiva, la velocità finale del capo verso l’avanti è maggiore di quella delle altre parti del corpo (minor massa). In una seconda fase il capo si proietta i avanti, il collo si flette. Il movimento avviene su una traiettoria curva con centro di rotazione che si sposta in alto o in basso lungo la colonna vertebrale al variare dell’inclinazione del collo. La regione del collo sarà sottoposta a carichi variabili di stiramento dei tessuti molli e compressione articolare e discale. Nei casi in cui l’impatto non sarà troppo violento, avendo la classica distorsione cervicale con stiramento legamentoso, contusione articolare, edema, contrattura da riflesso protettivo.

Nei casi più seri in cui l’impatto sarà decisamente più violento potremmo avere la rottura legamentosa, erniazioni discali, fratture vertebrali. Nel caso delle fratture vertebrali la zona che sarà maggiormente colpita è C1-C2.

Utile infatti ricorrere alle cure mediche dopo un incidente con conseguente colpo di frusta per essere sottoposti ad eventuale Rx che andrebbero a scongiurare fratture ossee soprattutto sul dente dell’epistrofeo (C2).

Sono sempre possibili lesioni di strutture nervose (centrali o periferiche) o viscerali.

Il trattamento osteopatico oltre ad occuparsi della parte strutturale, deve assolutamente andare a valutare tutta la parte dei liquidi corporei perché sono le parti in cui verrà accumulata tutta l’energia cinetica dell’impatto che poi verrà “scaricata” sulle strutture muscolo scheletriche in un secondo momento. Valutare nelle prime sedute, il cranio e i visceri (bacino compreso) serve a rallentare e riarmonizzare la fisiologica dinamica dei fluidi.

La prova che la parte fluidica dopo un trauma possa condizionare la struttura è stata fornita da esperimenti fatti dalla casa automobilistica Ford. Hanno immerso una autovettura dentro un recipiente pieno d’acqua e al suo esterno hanno fatto scoppiare della dinamite. L’onda d’urto ha impattato sul recipiente senza romperlo ma creando al suo interno delle “onde”. Dopo 15-20 dall’impatto iniziavano a notarsi delle modifiche sulla struttura dell’auto mobile, fino a creare una concavità dal lato dell’impatto sull’albero motore. Questo è quello che può avvenire all’interno del nostro corpo se non viene gestito in maniera corretta il colpo di frusta. 

Trattare la struttura ossea in prima seduta potrebbe dare scarsi risultati, soprattutto se vengono utilizzate tecniche manipolative dirette sulla cervicale. Assolutamente sconsigliato questo ultimo tipo di approccio se siamo in assenza di un referto radiografico e siamo a meno di 20-30 gg dal trauma. Il referto radiografico andrebbe a scongiurare fratture ossee ed i 20-30 gg sono il minimo per permettere la formazione dell’eventuale callo osseo.

Sintomi colpo di frusta

La classica sintomatologia che si può riscontrare conseguentemente ad un colpo di frusta sono:

Conclusioni

In conclusione Il “meccanismo del Whiplash” può coinvolgere tutte le parti del corpo, dalle regioni più caudali della colonna al cranio, dai visceri al SNC.