Diaframma: punto di partenza per ritrovare la salute
Il corretto lavoro del diaframma può giovare a ognuno di noi
In ogni minuto della nostra vita compiamo di media 15 atti respiratori …In un ora circa 1.000 atti respiratori…In una giornata 22.000...In un mese 660.000 …In un anno 7.920.000… Dato che il DIAFRAMMA è un muscolo, è anch’esso soggetto al fenomeno della … RETRAZIONE
Anatomia e fisiologia
Il diaframma:
- è un muscolo involontario,
- Innervato dal nervo frenico (origina da C3-C4-C5),
- Ma la sua attività è anche modificabile volontariamente.
Muscolo appiattito a forma di cupola con convessità superiore che separa la cavità toracica dalla cavità addominale. È formato da un ampio tendine centrale detto centro frenico dal quale originano fasci di muscoli digastrici con inserzione sternale costale e lombare.
Centro frenico: E’ un ampio tendine centrale posto nel punto di massima convessità della cupola. La sua forma ricorda quella di un trifoglio formato da tre fogliole (una fogliola destra, una fogliola sinistra e una fogliola centrale o anteriore ). Presenta delle individualizzazioni nelle sue fibre tendinee che formano delle benderelle. L’incrocio delle fibre delle banderelle e dei pilastri formano degli orefizi, tra cui quello della vena cava inferiore (VCI) e a livello di D8-D10 (ottava – decima dorsale) internamente vi passa anche il nervo frenico di destra. Si inserisce poi sulla xifoide dello sterno e sulla faccia interna delle ultime 6 coste. Sono presenti due cupole che a causa delle differenze pressorie sono concave in basso e convesse in alto. Anteriormente la cupola di dx è piu’ alta (4° spazio intercostale) della sx (5° spazio) a causa della presenza del fegato. Posteriormente a dx fino a d7(angolo inferiore della scapola) a sx fino a d8. A livello lombare il diaframma si inserisce sulla parte anteriore delle vertebre con dei fasci muscolari chiamati pilastri. Anche qui c’è differenza tra dx (D12-L4) e sx (D12-L3). E’ innevato dal nervo frenico (C3-C5) e da nervi intercostali. Sono presenti altri orefizi oltre a quello della VCI, e sono l’orefizio aortico (per l’aorta), e l’orefizio esofageo (per l’esofago e i nervi vaghi di dx e di sx che qui si incrociano). Quando il cardias dello stomaco risale questo orefizio abbiamo quella che viene chiamata ernia iatale. Ci sono dei pilastri secondari che formano inserzione per il muscolo psoas, quadrato dei lombi e trasverso.
A livello sovra diaframmatico troviamo il cuore che è intimamente collegato al diaframma tramite il legamento freno pericardico.
Inoltre:
- Dal pericardio alle vertebre abbiamo i legamenti vertebro pericardici da C6 a D4;
- Dal pericardio allo sterno abbiamo i legamenti sterno pericardico superiore e inferiore.
- Con i polmoni tramite i legamenti pleuro frenici. Superiormente i legamenti costo pleurici vertebro pleurici e trasverso pleurici che ci relazionano con la cervicale. Da C7 alla pleura (legamento vertebro e trasverso pleurici), Da K1 K2 vanno alla pleura (legamenti costo pleurici).
A livello sotto diaframmatico:
- Con il fegato è in relazione tramite il legamento coronale (falciforme e i legamenti triangolari).
- Con lo stomaco tramite il legamento gastro frenico
- Con il duodeno e il tenue tramite il muscolo di TREITZ
- Con la milza tramite il legamento freno lienale
- Con l’ angolo colico di sx tramite il legamento colico frenico di sx,
- Con la capsula surrenale e il pancreas.
Fisiologia: nella fase inspiratoria il diaframma si abbassa e le cupole si aprono. Durante l’ abbassamento del diaframma l’ orefizio della VCI rimane aperto; questo permette al fegato di compiere un vero e proprio drenaggio epatico tramite le vene epatiche superiori e dinamicizzando il flusso venoso verso l’atrio di destra. In espirazione risale con conseguente chiusura delle cupole. Grazie al legamento longitudinale anteriore della colonna il movimento arriva fino al sacro e al coccige.
Considerazioni
Da tutto questo ci rendiamo conto dell’importanza di una buona dinamica diaframmatica. E’ importante quindi saper identificare eventuali anomalie nei nostri pazienti e cercare di ripristinare la fisiologia del muscolo. Valutare la meccanica respiratoria del paziente, se respira solo con il torace oppure no, se le coste si espandono, come si espandono, rimangono chiuse o si aprono e si alzano, e se dopo si riabbassano e si chiudono oppure no, lo fanno bilateralmente o solo da un lato (disfunzione in inspirazione alta o bassa); il paziente ha un respiro lento o un respiro veloce-affannoso (può essere sintomo di stress da parte del pz),ecc..perche' un diaframma che “lavora” male puo’ avere ripercussioni sulla colonna (cervicale, dorsale, lombare), sui muscoli, sui visceri dell’apparato digestivo e su quelli dell’apparato respiratorio-circolatorio e portare dolore anche lontano dalla sede della problematica principale.
Fabio Di Pietro, scienze motorie, osteopata